Trentasette anni, una laurea che non gli serve, un lavoro che non ama. Nella vita, Massimo accetta quello che arriva, e quello che non arriva si vede che non doveva arrivare. Tutto il resto è il calcetto, la PlayStation e i tortellini di mamma.
Una vita usata poco, come dice lui.
Non sa però che la vita è pronta a sorprenderlo nel più inaspettato dei luoghi: una sala d’attesa. È qui che incontra Sara: quattro chiacchiere, strafalcioni, mani sudate, mezze frasi. Poi Sara entra dal medico e, quando esce, sparisce da quella sala d’aspetto così come dalla vita di Massimo.
Massimo inizia a cercarla ovunque, in ogni foto, tra le amicizie, sui social. Ma proprio mentre nel suo cuore si fa spazio un nuovo sentimento, qualcos’altro lo costringe a fare i conti con tutto quello che finora ha sempre accettato senza reagire: il lavoro che non gli piace, la sua solitudine, l’amore.
Genova fa da sfondo a una storia divertente e profonda in cui, tra gioie, dolori e sorprese, il protagonista dovrà mettere in discussione tutti i suoi punti fermi, stropicciando un po’ quella vita usata poco.
Con l’ironia, la sagacia e i lunghi dialoghi che contraddistinguono il suo stile, Manuel Bova ci regala un romanzo d’esordio dal sapore nuovo, frizzante, dolce e amaro, da cui è impossibile staccarsi.
Nasce a Genova il 3 febbraio 1983, e più o meno è la cosa più interessante che fa per un po’. Ha le idee molto chiare: infatti il suo sogno è fare il pilota di aerei e quindi si iscrive a ingegneria. Si innamora a tal punto dell’ingegneria che decide di insegnare Pilates. Nel tempo libero apre la pagina Facebook Manuel Bova e da quel momento non ha più tempo libero, ma ormai la pagina c’è, tanto vale tenerla.
Quando è stato contattato da Sperling & Kupfer ha passato una settimana davanti allo specchio per imparare a dire Kupfer, ma continua a incespicarsi. Quindi se glielo chiedete lui dice che il libro è uscito con la famosa casa editrice Sperling & Mario.