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Cavazzano
Giorgio Cavazzano nasce in quel di Venezia il 19 ottobre del 1947, proprio quando l’Italia, dopo un ventennio di chiusura, esplodeva e si apriva a tutti i maggiori trend stranieri ed in particolare statunitensi, ivi incluso il fumetto. L’Italia era un Paese che si stava ricostruendo e ricominciava ad offrire qualche prospettiva per il futuro, proprio mentre il piccolo Giorgio frequentava le scuole dell’obbligo. Già alle medie, però, all’età di dodici anni, comincia a manifestare il suo interesse per quel mondo del fumetto che contribuirà così tanto ad arricchire e rendere la sua vita. Il piccolo Giorgio, infatti, aveva un cugino più grande di tredici anni, Luciano Capitanio, che all’epoca aveva intrapreso la carriera di fumettista e che esercitava un grandissimo fascino sul piccolo Giorgio che quindi cominciò la sua esperienza, aiutando il cugino ad inchiostrare le sue tavole. Nonostante il cugino Luciano avesse messo un piede in casa Disney, realizzando le storie “locali” del famoso topo americano, passò ancora del tempo prima che Giorgio si formasse una propria autonomia artistica e facesse il suo ingresso nella banda Disney. Facciamo un piccolo inciso ricordando che i fumetti italiani di Topolino, non erano la pedissequa trasposizione dei numeri originali americani. Gli albi americani, con un formato ben più grande del nostro, avevano infatti poche pagine. I tipici albi italiani di Topolino, invece, erano costituiti dall’insieme di vari numeri e varie testate con anche l’aggiunta di storie realizzate in Italia. Si pensi ad esempio che personaggi come Trudy, la fidanzata di Gambadilegno, il maggiordomo di zio Paperone di nome Battista e anche il celebre Paperinik sono tutti nati in Italia. Nonostante la fortuna di avere un parente nella Disney, non è grazie a Luciano Capitanio che Giorgio Cavazzano fece il suo ingresso nella “fabbrica dei paperi e topi”, bensì, narra la leggenda, grazie ad un fortuito colpo di vento. Pare infatti che l’appena quindicenne Giorgio, mentre viaggiava su un vaporetto, vide i disegni del cugino prendere il volo e sparpagliarsi sul ponte del battello, aiutato da una ragazza a recuperarli il giovane artista si appropriò della loro paternità per farsi bello agli occhi di quella ragazza che, lui proprio non poteva immaginarlo, era la futura consorte di Romano Scarpa, ovvero il più prolifico e famoso autore italiano Disney dal dopoguerra ad oggi. Proprio nel ‘62, quindi, ritroviamo Giorgio Cavazzano ad inchiostrare le tavole del maestro Scarpa, essendo finalmente riuscito a mettere un piede nella Disney e, di lì a breve, diventando un disegnatore ufficiale e non certo di secondo piano. Cavazzano, infatti, si è subito distinto all’interno dello studio, diventando quasi automaticamente il degno successore di Scarpa e accaparrandosi le storie migliori da disegnare, quelle che solitamente aprivano e chiudevano gli albi del “topo americano” Disney, sviluppando un suo particolarissimo stile che l’ha reso immediatamente riconoscibile. Nel 1975, Giorgio Cavazzano conosce un giovane schivo e taciturno che veniva dall’Oltrepò Pavese, un certo Tiziano Sclavi, che all’epoca aveva pubblicato storie per ragazzi ed ancora non era diventato una leggenda nel mondo del fumetto in qualità di creatore di Dylan Dog. La brillante penna di Sclavi ci mise poco a trovarsi con l’eccelsa matita di Cavazzano e diedero vita ad un altro capolavoro nel mondo del fumetto italiano, ma forse anche in quello mondiale: Altai & Jonson. Nelle intenzioni di Sclavi il fumetto sarebbe dovuto essere un noir poliziesco, una serie dall’ambientazione cupa e piovosa, un po’ come quella che si vede nei film di detective di Hollywood.Per dieci anni, con alterne vicende e lunghe pause tra una storia e l’altra, Altai & Jonson hanno allietato i nostri lettori e mentre Cavazzano realizzava anche delle pubblicità per dentifrici, la sua popolarità cresceva. Superati gli anni ‘80 ed entrato nei ‘90, Cavazzano ha firmato molte apparizioni nelle edizioni più disparate. Ha di nuovo collaborato con la Bonelli realizzando La Città e Maledetta Galassia, per cui ha anche realizzato un numero di Martin Mystere a firma di Alfredo Castelli, ha disegnato Ken Parker di Berardi e Milazzo ed ha perfino disegnato la pelliccia di quell’italico lupastro che è Lupo Alberto di Silver. Molte e molte altre sono state le collaborazioni e gli eroi creati dalla matita di Giorgio Cavazzano, quello che forse si può considerare come il più misconosciuto fumettista di successo italiano, con un nome ingiustamente poco noto al grande pubblico, ma con un tratto ed un dinamismo che, ne siamo certi, chiunque riesce ad identificare anche dopo pochissime pagine.